Anche il PELAPATATE è design!
Veramente un oggetto per essere di Design deve costare uno sproposito?
La mia risposta è ASSOLUTAMENTE NO!
Pensiamo al Pelapatate che dagli anni 50 è presente nelle nostre cucine. Ecco, questo dio degli utensili, il salvavita delle massaie, ebbene si proprio lui è un oggetto di design e lo è diventato grazie a Sam Farber.
Questo americano lungimirante si pose, già nei primi anni 90, come obiettivo quello di creare utensili da cucina ergonomici e adatti a tutti, moglie malata di artrite compresa.
Si è rimboccato le maniche e un po’ come farebbe il signor Pietro, tuttofare di Voghera, ha sviluppato il suo super pelapatate ergonomicamente fighissimo e assolutamente economico. Risolvendo nel modo più intelligente e comodo per le mani un problema quotidiano, il pelare le patate per l’appunto.
Perché fare design, a mio parere, è porsi delle domande sui problemi quotidiani alla ricerca delle miglior soluzioni con la minor spesa.
Il prolifico maritino non si è limitato, giustamente, al pelapatate ma ha reso migliori un sacco di impugnature per utensili da cucina fondando la OXO per produrli e venderli. Si è creato la sua nicchia di mercato non priva di seguito, così anche altre aziende hanno iniziato a produrre pelapatate comodi e colorati (Kuhn Rikon nella foto quello arancio) come quelli che ancora oggi ci salvano la cena perché ammettiamolo il pelapatate lo usiamo un po’ per tutto carote comprese!
Nota interessante della vicenda è stata la campagna di presentazione: nella pubblicità del pelapatate non si faceva riferimento ai problemi articolari. Esso era proposto come più comodo ed efficace del suo predecessore in metallo che in effetti faceva male alle mani ed era scomodo. Questo perché citando Donald Norman “alla gente non piace mettere in piazza le proprie infermità!”
Bibliografia di riferimento:
La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani
di Donald A. Norman
anno 2015
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